Paolo Marizza

“Leadership e followership: tra musica e management “


Zipoli 2020: persone, luoghi e contesti, contenuti e atmosfere, connessioni e dialoghi sempre contraddistinti da componenti di unicità, in una combinazione magica, di per se ispirazionale e stimolante. E’ stata questa combinazione, oltre all’autorevolezza di relatori di assoluto rilievo, che ha conferito al Corso le caratteristiche di una epifania, intesa come dono, manifestazione rara e inattesa, di un progetto che compie quattro anni.
Definirlo “Corso” è un modo minimalista, peraltro coerente con lo spirito e la visione dei Padri fondatori, di qualificare un’iniziativa che per articolazione e ricchezza di momenti e temi non rende giustizia all’ ampiezza e alla profondità di una combinazione che potrebbe essere connotata come una accademia della sperimentazione e del pensiero multiculturale nella musica.
Come gli altri relatori ho svolto in parte un ruolo di “leader di pensiero”, forse talvolta di testimone di vissuti e percorsi di vita personale e professionale, ma mi sono ritrovato anche ad essere seguace, ascoltatore curioso e co-attore delle sessioni in cui i ragazzi manifestavano la loro partecipazione con considerazioni e domande pregnanti, ricche di spirito critico, costruttivo e aperto alla conoscenza e all’approfondimento. Un’esperienza arricchente per tutti, grazie anche ai contributi ed alla proattiva e stimolante interazione dei ragazzi, che voglio ringraziare per le interessanti e fresche prospettive che hanno offerto al dialogo, arricchendolo.
Mi auguro di aver contribuito, anche con le pillole musicali eseguite con il mitico Rhodes messo a disposizione da Padre Eraldo, a far riflettere i ragazzi sul rapporto tra libertà e vincoli del nostro agire quotidiano, nella vita come nella musica. E a stimolare una maggiore consapevolezza sulle interdipendenze e le connessioni tra immaginazione, creatività e condizioni di contesto, di natura culturale e strutturale. Partendo dalla consapevolezza di se e del proprio rapporto con l’altro.
Spero di aver contribuito a creare consapevolezza sul fatto che la leadership è un processo che inizia da noi stessi: i nostri valori, le convinzioni, i punti di forza e debolezza che guidano le nostre decisioni e azioni e dimostrano il nostro vero carattere. E che tutti questi fattori influenzano la nostra capacità di connetterci e influenzare gli altri. Che la leadership riguarda sempre una connessione emotiva.
Il tempo è volato e avrei voluto approfondire ulteriormente alcune problematiche che sono particolarmente sentite nei loro 20anni: come mi stanno vivendo le persone che incontro? come stanno vivendo se stessi quando sono con noi? riferirebbero sentimenti di fiducia reciproca?
E poi, sto costruendo il tipo di cultura e capacità che stimolano il pensiero innovativo, la creatività e liberano energie positive, personali e nella mia comunità? Stò cercando di capire e coltivare i tipi di relazioni che supportano la mia spiritualità? Stiamo sviluppando le nostre capacità per imparare il più possibile, il più velocemente possibile? E stiamo coltivando la forza mentale, interiore ed emotiva che ci permetterà di andare oltre i nostri limiti, le nostre routine e schematismi pre-scritti e fare scelte consequenziali pur sapendo che alcune persone non saranno d’accordo?
Personalmente il momento emotivamente più intenso che ho vissuto è stato nel corso dell’Eucarestia celebrata in San Mamiliano il 22 agosto. Dal Vangelo secondo Matteo (…) uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
E’ stato un momento di profonda e ritrovata consapevolezza sul rapporto tra padri e figli e in qualche modo sulla relazione tra leader e follower.
Padre Fausto e Padre Eraldo mi avevano invitato a leggere una preghiera scritta dal mio papà che è in cielo. In tale occasione mi è stato rivelato che siamo tutti seguaci del Padre e per sua intercessione siamo la guida di noi stessi nella ricerca della “perla preziosa nascosta nel campo, di cui parla Gesù nella parabola, perla, che per possederla si è disposti a cedere ogni altra cosa, perché quella perla è vita, è gioia, speranza, amore. Per averla dobbiamo ritornar nel profondo del nostro cuore (…)”.(Preghiera di Luigi, 7 Gennaio 2019).
Il Corso Zipoli è un’esperienza unica che consiglierei a tutti i giovani, un campo ideale per cercare, cercare e ancora cercare la perla preziosa.
Con gratitudine, Paolo Marizza


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