Emanuele Via & Charlie T

“Leadership e amicizia in un ensemble”


Mi chiamo Emanuele Via, ho 28 anni e suono il piano. insieme ad un gruppo di amici muscisti, che formano il quartetto Charlie T, abbiamo pubblicato il nostro primo album, Resina, con otto brani strumentali dedicati al legno e agli alberi da cui deriva.
Ma perchè ispirarsi proprio al legno? Troviamo che sia un materiale favoloso, è caldo, familiare, con il tempo evolve la propria forma e il proprio colore, cosi come le caratteristiche meccaniche.I nostri strumenti, il mio pianoforte, il violino di Matteo, il violoncello di Chiara, il contrabbasso di Fortunato, l’arpa di Antonella, sono tutti costruiti con questo stupendo materiale, che è vivo, risponde agli stimoli di noi musicisti, permette la propagazione delle onde acustiche quindi, in qualche modo, è anche un materiale “comunicatore”; basti pensare all’utilizzo che si fece del legno in antichità, quando popoli di diversa cultura e provenienza iniziavano a incontrarsi grazie al trasporto navale che favorì e facilitò il commercio.
Ma parlerei per ore dell’importanza del legno nella storia dell’umanità e forse risulterei banale.
Il nostro intento in musica è quello di richiamare un senso autentico e arcaico del rapporto dell’uomo con la natura, e quindi verso un senso di bene comune piu alto, verso il quale lo spirito dovrebbe tendere.In passato, la sopravvivenza dell’uomo era strettamente legata all’ambiente circostante, il ritmo del tempo e delle azioni era scandito da quello delle stagioni, le risorse, sacre, venivano valorizzate al meglio e gli eventi atmosferici rispettati e temuti.
Il rapporto con gli alberi che offrivano riparo, fresco durante l’estate, legname per le costruzioni e per scaldarsi d’inverno, favorivano la caccia, era estremamente spontaneo e diretto, allo stesso modo ancora più  valorizzato dalla fatica del lavoro.
Col passare dei secoli, gli alberi hanno acquisito una importanza simbolica che, negli ultimi tempi, da quando le nostre abitudini si sono allontanate da un ambiente rurale, è andata via via perduta.In pochissimi sanno riconoscere un albero quando ne vedono uno, non si sa come si chiami, che frutti offra, quando fiorisca, che tipo di legname produca, di cosa abbia bisogno per sopravvivere e quali animali possano vivere in simbiosi con esso.
Tutto ciò perché non abbiamo un interesse immediato a farlo, crediamo che siano delle semplici piante anonime sulle quali abbiamo il pieno controllo ma, in natura, nulla è lasciato al caso.
San Francesco d’Assisi fu fra i primi, nel Medioevo, a teorizzare un rapporto ideale fra uomo e natura, in un periodo in cui era diffusa una visione generalmente negativa nei confronti degli eventi atmosferici; ma non si tratta di accettare che in natura tutto è bello, neanche dell’estremo opposto, che possiamo stravolgere tutto ciò che ci circonda per piegarlo alle nostre esigenze ma di trovare un equilibrio in cui è presente, si, l’intervento dell’uomo ma che abbia come principio il rispetto e la consapevolezza di cosa determini ogni azione di modifica.
Tornando alla musica, abbiamo provato a trasmettere questi principi attraverso un linguaggio il piu possibile evocativo, trattandosi di brani strumentali, lasciando emergere tutte le caratteristiche sonore tipiche del legno.Cosi scricchiolii, fruscii, cigolii, ma anche i nostri respiri e i nostri movimenti, sono ben percepibili nella registrazione cosi come dal vivo, allontanandoci da una idea fredda di estrema pulizia ma rincorrendo la perfezione della varietà, della ricchezza, della vitalià del legno.
 


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